Piano Regolatore Generale

(IN ADEGUAMENTO AL P.P.A.R.)

Norme Tecniche di Attuazione

Comune di

CUPRAMONTANA

Provincia di Ancona

 TITOLO IV 

TUTELA PAESISTICO-AMBIENTALE

(L.n°208/2004, Dlgs n° 152/2006, L.R.n° 7/2004 e successive modificazioni)

Capo III – CATEGORIE DELLA STRUTTURA BOTANICO-VEGETAZIONALE

  ART. 55 – ELEMENTI DIFFUSI DEL PAESAGGIO AGRARIO

 

1 - Fanno parte degli elementi del paesaggio agrario:

-          Filari

-          Alberi isolati

-          Alberi in gruppo

-          Alberature stradali

-          Alberature poderali

-          Siepi

-          Macchie

-          Boschi

-          Vegetazione ripariale

-          Parchi e giardini e relative pertinenze

-          Aree floristiche 

2 - I suddetto elementi, individuati nel P.R.G., anche se non sottoposti alla vigente legislazione in materia, sono da intendersi comunque protetti ai sensi delle norme del presente articolo. È pertanto vietato il loro abbattimento o la loro manomissione, salvo specifica autorizzazione in base alla legislazione vigente o salvo autorizzazione comunale nei casi di elementi individuati dal P.R.G. e non tutelati dalla legislazione in materia: l’autorizzazione potrà essere concessa in caso di moria, di pericolosità e per imprescindibili motivi di pubblico interesse, e dovrà comunque prevedere l’adeguato reimpianto. 

3 – I suddetti elementi devono essere sottoposti ad opportuni interventi di manutenzione volti alla loro conservazione. 

4 – Il P.R.G. prevede l’estensione della vegetazione diffusa, mediante interventi promossi o autorizzati dall’Amministrazione Comunale, anche in accordo con i privati interessati. 

5 – La cartografia di riferimento è la carta botanico-vegetazionale in scala 1/10000 (tavole D2a, D2b, D2c e relativi particolari in scala 1/5000 D3, D4,D5, D6, D7) che  individua la vegetazione diffusa urbana. Il potenziamento e/o modifica dovranno far riferimento ai suggerimenti ed alle specie vegetali dell’analisi botanico-vegetazionale, e dovranno essere finalizzati a garantire un miglioramento dei paesaggio tipico dell’area, senza favorire radicali stravolgimenti. 

6 – Il P.R.G. suggerisce le specie vegetali da utilizzare in rapporto ai vari tipi di intervento nonché quelle da evitare, come indicato in appendice alle presenti N.T.A. 

7 – Disposizioni legislative di settore attualmente vigenti: L.R 6/2005 (art. 36) “legge forestale regionale” e nei perimetri urbani le LL. RR 7/85 e 8/87. 

8- Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, saranno registrate nello specifico “Catasto incendi” e non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all'incendio per almeno 15 anni. Ai sensi dell'art. 10 comma 1 della L. 353/2000 è inoltre vietata per 10 anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture ed infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data prevedente all'incendio e sulla  base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione.

 

 INDIRIZZI, DIRETTIVE E PRESCRIZIONI PER LE AREE DI ECCEZIONALE VALORE BOTANICO E VEGETAZIONALE:

A) Boschi di latifoglie con vegetazione naturale

In tutte le aree ricoperte da boschi autoctoni si esercita la tutela integrale allo scopo di conservare le caratteristiche floristico- vegetazionali, in tali aree sono vietati interventi di:

         asportazione o danneggiamento delle specie vegetali autoctone

         attività che in qualche misura alterino la composizione floristica

         introduzione di specie non autoctone

         opere di qualsiasi tipo nei territori perimetrali che possono compromettere il mantenimento del bosco.

Interventi consentiti:

         mantenimento dei sentieri esistenti

         ceduazione del bosco, salvo le specifiche prescrizioni contrarie previste per le aree floristiche (boschi compresi nell'area dei Frati Bianchi) e dietro autorizzazione degli organi competenti (secondo le norme di legge)

         taglio degli esemplari arborei senili, dietro autorizzazione degli organi competenti.

Proposte per interventi di recupero:

         sospensione delle ceduazioni nelle situazioni di maggior degrado del bosco

         espansione della superficie boschiva, con ricostituzione delle cenosi forestali originarie, nelle radure e in alcune aree marginali adiacenti

Fascia di rispetto (tutela orientata)

Per tutte le aree boschive, salvo prescrizioni diverse in casi specifici, si stabilisce una fascia di rispetto di 20m dal perimetro degli stessi. All'interno di detta fascia non sono consentite lavorazioni del suolo o interventi su di esso con modalità che possono in qualche modo pregiudicare la conservazione o alterarne la struttura e la composizione floristica vegetazionale.

B) Vegetazione ripariale

Aggruppamenti igrofili a prevalenza di salici (salix sp.pl.  E pioppi (populus nigra, populus nigra cv. Italica, populus sp. p.) talvolta con presenza di ontano nero (alnus glutinosa). Aggruppamenti igrofili con presenza di querce nei tratti più esterni. Aggruppamenti igrofili con presenza rilevante di specie infestanti. La tutela si esercita sulle superfici occupate dalla vegetazione ripariale e su alcune aree prospicienti che mostrano potenzialità di espansione della stessa. Il mantenimento di questa vegetazione è di estrema importanza dal punto di vista naturalistico, per la conservazione delle specie igrofile, inoltre dal punto di vista idrogeologico, per la difesa degli alvei e dei terreni circostanti nei periodi di piena.

Interventi vietati:

         Attività che in qualche misura compromettono il mantenimento del tipo di vegetazione

         distribuzione o danneggiamento delle specie vegetali autoctone

         introduzione di specie estranee al tipo di ambiente

         captazione di quantitativi di acqua che comprometterebbero il mantenimento della vegetazione ripariale

Interventi consentiti:

         taglio degli individui senili conoscendo le norme previste dalla legge e a condizione di nuova piantumazione con essenze igrofile idonee

Proposte per interventi di recupero:

         ricostituzione della vegetazione ripariale nei tratti di maggiore depauperamento o dove stata completamente soprressa; tale ricostituzione potrà avvenire tramite piantumazione di specie autoctone nel rispetto della succissione naturale descritta nell'apposito capitolo. Nelle aree più esterne possono essere aggiunte altre entità quali: corniolo, sanguinella, ligustro, berretta da prete.

         Graduale eliminazione delle specie infestanti e ricostituzione della vegetazione ripariale come definito nel punto precedente.

Fascia di rispetto (tutela orientata) così come definito dal PPAR

Si applica nelle aree esterne all'alveo, ma in diretto rapporto con esso: va considerata una fascia di protezione compresa tra i 10 e 20m. All'interno di questa fascia sono consentite le normali pratiche colturali da sempre esercitate, a condizione che vengano eseguite con metodi che non alterino la morfologia del terreno, che non creino squilibri di carattere idrogeologico e che non provochino conseguenze negative per  la vegetazione riparia. È invece proibita la costruzione di qualsiasi manufatto, fatte salve le opere provvisionali per il consolidamento del suolo e l'imbrigliamento delle acque.

C) Aree floristiche singole e ricadenti nelle tipologie sopra elencate

Nel territorio comunale di Cupramontana è stata rilevata dalla Regione Marche (L.R. n°52 del 1974) un'area floristica: I Frati Bianchi (indicata con il numero 38 nella tavola IV del PPAR), e che nell'elaborato cartografico è stata delimitata con un'apposita simbologia. Le caratteristiche botaniche dell'area e la sua importanza sono state già specificate nelle schede floristiche della Regione Marche e le tipologie presenti si possono dedurre dall'elaborato cartografico stesso.

Norme di salvaguardia (tutela integrale)

La tutela si esercita all'interno dell'area dove vigono già le normative previste dalla legge regionale sulle aree floristiche,  L.R.6/2005

Fascia di rispetto (tutela orientata)

Si esplicita nelle zone esterne alle aree floristiche, ma in diretto rapporto con esse. Va considerata una fascia di protezione compresa in 10 m. All'interno di questa fascia non sono consentite attività lavorative che in qualche modo possono pregiudicare la composizione floristica delle aree in oggetto e la struttura vegetazionale. Le normali pratiche lavorative da sempre esercitate sono permesse a condizione che vengano eseguite con metodi che non alterino in alcuno modo la morfologia del terreno, che non creino squilibri di carattere idrogeologico e che non pregiudichino in alcun modo le condizioni di cui sopra.

D) Aree previste per l'espansione della vegetazione forestale, boscaglie, scarpate, aree incolte e pascolive con buona potenzialità, per il ripristino della vegetazione arborea naturale

Interventi vietati:

         utilizzare aree destinate a verde per depositi di materiali di alcun tipo, per attività industriale o artigianale e per edilizia in genere.

         Rendere impermeabili con pavimentazioni o altre opere edilizie, i terreni occupati dalle aree verdi e dalle alberature, nonché inquinarle con scarichi o discariche.

Interventi proibiti:

         rimboschimento con conifere nel caso di ricostituzione del bosco naturale

         introduzione di specie infestanti: ailanti e robinie

Proposte per interventi di recupero

         posa e dimora di specie vegetali arboree autoctone e ornamentali nelle aree da destinare a verde pubblico

         posa a dimora di specie vegetali arboree autoctone per l'espansione della vegetazione boschiva

E) Elementi puntiformi o a piccoli gruppi caratterizzanti il paesaggio agrario e l'ambiente urbano. Alberi isolati, alberate, viali, siepi

Norma di salvaguardia

Nell'ambiente urbano la tutela degli elementi diffusi sopra descritti va intesa in maniera differenziale secondo le tipologie. Carattere prioritario di tutela va dato alle specie  quali querce, lecci e altre entità prevalentemente autoctone, per il loro valore naturalistico, paesaggistico, ornamentale e storico-culturale. In particolare riguardo alle querce numerosi sono gli elementi adulti distribuiti nel paesaggio agrario, ma pochissimi sono gli individui giovani che potranno assicurare il loro rinnovamento nei decenni futuri. Le alberature (oliveti, aceri o olmi maritati alla vite,...) i filari e gli individui isolati (gelsi, alberi da frutto,...) rivestono importanza essenzialmente dal punto di vista paesaggistico, ornamentale e caratterizzano il paesaggio rurale. Quali componenti del paesaggio agrario vanno intesi essenzialmente dal punto di vista storico- culturale. Per le conifere e le altre specie non autoctone introdotte a scopo ornamentale, va considerata in primo luogo la funzione paesaggistica e in maniera subordinata quella naturalistica.

F) Vegetazione ornamentale (parchi, giardini)

Norme di salvaguardia e proposte di intervento (tutela orientata)

La tutela va rivolta alla salvaguardia del bene. Ogni intervento o fruizione non può prescindere dal mantenimento o miglioramento del bene. Molte delle specie che vivono spontanee o sub spontanee nel territorio comunale o nei territori limitrofi risultano idonee anche per un impegno del verde ornamentale nei parchi e nei giardini. Esse si inseriscono in maniera più armonica nel contesto del paesaggio rispetto a molte entità di tipo esotico, che, pur essendo di bell'effetto, risultano sempre elementi estranei al tipo di ambiente.

G) Altri tipi di vegetazione – rimboschimenti con conifere, talvolta miste a latifoglie

Norme di salvaguardia e proposte di intervento (tutela orientata)

La tutela va rivolta alla salvaguardia del bene. Ogni intervento o fruizione non può prescindere dal mantenimento e miglioramento del bene.

H) Aggruppamenti con specie infestanti

Proposte di intervento

In tale tipo di vegetazione va possibilmente favorita la sostituzione delle specie arboree infestanti (robinia e ailando) con specie autoctone, qual ila quercia e il cerro. Per i versanti più freschi ad esempio risultano idonee il carpino nero, l'orniello, l'acero campestre e il carpino bianco. Ovviamente nelle situazioni in cui viene indicata la presenza di infestanti consociate a essenze autoctone è opportuno eliminare le prime a favore di un'espansione della vegetazione originaria. Solo nei versanti più scoscesi con pericoli di smottamento del terreno la robinia può assumere un ruolo di contenimento dello stesso, grazie alla vigoria del suo apparato radicale e della sua capacità riproduttiva in gerene.

 

INDICE DELLE NORME

 

    Informatizzazione a cura di: