Piano Regolatore Generale

(IN ADEGUAMENTO AL P.P.A.R.)

Norme Tecniche di Attuazione

Comune di

MONTECAROTTO

Provincia di Ancona

   

TITOLO III

DISCIPLINA DEL TERRITORIO ZONE E SOTTOZONE

ART. 66        ZONA Di  CRITERI DI INTERVENTO NELLE ZONE DISSESTATE

Riguardano le aree interessate da fenomeni di dissesto in atto o quiescenti, individuate come zone P2, P3 e P4 nella tav.G3 (Carta delle Pericolosità geologiche Vulnerabilità e Vocazionalità) del P.R.G. e caratterizzate da una pericolosità geologica rispettivamente media, elevata e molto elevata e una VOCAZIONALITA’ EDIFICATORIA LIMITATA. La natura del dissesto è specificata nella tav. G2 del P.R.G.

In tali aree valgono le seguenti disposizioni:

•              è vietata l’edificazione

•              sono consentiti interventi strettamente necessari a ridurre la vulnerabilità degli edifici esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità

•              sono inoltre consentite le opere di bonifica e sistemazione dei movimenti franosi

 

In tali zone valgono inoltre le seguenti prescrizioni:

 

•              le arature non dovranno superare i cm.30 di profondità. E’ fatto obbligo a ciscun proprietario, successivamente ad ogni aratura, di regimare le acque nel proprio fondo con solchetti di terra. le acque così regimate non dovranno in alcun modo riversarsi su un fondo confinante a valle, senza il permesso del rispettivo proprietario. Dovranno altresì essere convogliate al più vicino fosso; i fossi e gli altri corsi d’acqua presenti all’interno dei fondi agricoli ed inoltre dovranno essere presidiati lungo le sponde da copertura vegetale adeguata secondo gli artt. 53 e 61 delle N.T.A. Dovranno essere realizzate pulizie periodiche degli alvei dei fossi dagli eventuali intralci.

•              E’ consigliata, qualora le condizioni agronomiche lo consentano, la coltivazione della vite e dell’ulivo. L’eventuale realizzazione nelle aree agricole di scassati profondi, di drenaggi sotterranei e superficiali dovrà essere autorizzata previa presentazione di una relazione tecnica, contenente la localizzazione dell’intervento su base topografica in scala non inferiore a 1:5.000, la caratterizzazione litostratigrafica dei terreni, gli elementi geomorfologici e le caratteristiche costruttive delle opere di regimazione superficiali e sotterranee. Non sono ammessi i riporti di terreno che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente il profilo del terreno salvo le opere relative ai progetti di bonifica e di stabilizzazione di cui al punto successivo

•              sono ammessi gli interventi di bonifica del dissesto e di attenuazione del rischio idrogeologico, privilegiando ove possibile tecniche di ingegneria naturalistica. Tali interventi dovranno essere preceduti da accurate indagini geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche, integrate da studi specifici nel settore agronomico-forestale e paesistico, volte all’esatta individuazione delle problematiche presenti e ad accertare nel dettaglio la geometria e l’entità del fenomeno, le cause predisponenti e quelle scatenanti e a determinare le modalità di intervento nel breve e nel lungo periodo.

In particolare per le zone calanchive (Zone P4) individuate nella Tav. G2 valgono le seguenti disposizioni:

•              è vietata ogni nuova edificazione e realizzazione di infrastrutture di qualsiasi genere (viarie, acquedottistiche e relative allo smaltimento delle acque reflue)

•              sono vietate le pratiche agricole di qualsiasi tipo, salvo l’mpianto di una copertura forestale soltanto dopo l’avvenuta bonifica dell’area calanchiva

•              allo scopo di salvaguardare i cigli delle scarpate da fenomeni erosivi retroregressivi e comunque le aree calanchive dai fenomeni di erosione concentrata, sono vietati i disboscamenti e i diradamenti della vegetazione anche di tipo cespuglioso eventualmente presente

•              nei casi in cui i calanchi siano a distanza inferiore ai ml.50 da manufatti o infrastrutture di qualsiasi tipo sono consentite opere di bonifica e risanamento idraulico-forestale, privilegiando ove possibile tecniche di ingegneria naturalistica. Tali interventi dovranno essere preceduti da accurate indagini geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche, integrate da studi specifici nel settore agronomico-forestale e paesistico, volte all’esatta individuazione delle problematiche presenti e ad  accertare nel dettaglio la geometria e l’entità del fenomeno, le cause predisponenti e quelle scatenanti e a determinare le modalità di intervento nel breve e nel lungo periodo.

INDICE DELLE NORME

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