Piano Regolatore Generale

(IN ADEGUAMENTO AL P.P.A.R.)

Norme Tecniche di Attuazione

Comune di

ROSORA

Provincia di Ancona

TITOLO 3 LA GESTIONE URBANISTICA DEL TERRITORIO

CAPO 3.1 TERRITORIO EXTRAURBANO

Art. 41 E.I.5 Struttura del paesaggio, agrario o naturale, a tutela integrale (Corsi d’acqua, Elementi diffusi del paesaggio agrario, Versanti acclivi superiori al 30%)

Le categorie costitutive che, in prevalenza, configurano queste zone sono le seguenti:

ü  Corsi d’acqua

ü  Elementi diffusi del paesaggio agrario

ü  Versanti acclivi superiori al 30%

In queste zone si applica la normativa regionale sul territorio agricolo [l.r. 13/90 Norme edilizie per il territorio agricolo, sue successive modificazioni nonché norme regionali collegate (disciplina del turismo rurale, ecc…)]; il subentro di nuove normative regionali in materia non costituisce variante di Piano e trova immediata applicazione nella disciplina normativa delle presenti NTA.

Alla disciplina sopra citata si applicano, comunque, le limitazioni di seguito riportate, dettate dalla tutela integrale.

Tali discipline, specifiche per ciascuna categoria costitutiva, trovano la loro rispondenza ed attribuzione areale cartografica nella tavola Tav. 1.1 Sistema delle risorse territoriali - scala 1:5000, inserita peraltro tra gli elaborati prescrittivi contenuti nei documenti costitutivi del Piano.

Corsi d’acqua

Individuazione morfologica sul territorio del reticolo idrografico principale e delle aree inondabili individuate dal PAI con indice rischio  idrogeologica per esondazione AIN R1-R2-R3 e per le quali  valgono gli indirizzi e le prescrizioni riportate nell’ art. 9 delle Norme di Attuazione del PAI (Disciplina delle aree inondabili).

La categoria d’uso prevalente riguarda esclusivamente la conservazione e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti la funzione territoriale.

La categoria o le destinazioni d’uso complementari riguardano le sistemazioni finalizzate alla fruizione della risorsa per le attività all’aperto (esempio: sentieri, piste ciclabili lungo la sommità delle sponde ecc..). Le destinazioni d’uso complementari debbono essere accertate, e dichiarate dal R.U.P., come compatibili con la funzione territoriale.

Categorie d’intervento sui manufatti esistenti:

MO - Manutenzione ordinaria

MS – Manutenzione straordinaria

RC – Restauro e risanamento conservativo

Sono consentiti, oltre alle opere idrauliche di competenza regionale/provinciale, gli interventi di:

- recupero mediante appropriate tecniche di ingegneria ambientale, di riprofilatura e ripulitura volti ad inserire il corso d’acqua nel contesto paesaggistico e/o nel tessuto urbano ed al suo mantenimento in efficienza;

- miglioramento delle opere idrauliche, con particolare riguardo ad interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione;

- integrazione, quali canali di sgrondo in prossimità di strutture ed infrastrutture di pubblica utilità;

- regimazione idraulica e di bonifica dei versanti attraverso la ricostituzione di drenaggi, fossi di guardia e la costruzione di piccole briglie;

- consolidamento di scarpate di terrazzo attive, interessate da crolli e fenomeni di sotto escavazione, in particolare quelle prospicienti i corsi d’acqua.

Non sono consentiti:

- interventi edilizi e/o qualsiasi altro intervento che costituisce impedimento al regolare deflusso delle acque;

- i riporti e i movimenti di terreno che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente il profilo degli alvei, salvo le opere relative ai progetti di recupero e ripristino delle ottimali condizioni idrauliche e del recupero ambientale;

- le opere di mobilità e gli impianti tecnologici fuori terra, fatta eccezione per le opere attinenti al regime idraulico, per le derivazioni e le captazioni d’acqua, per il trattamento delle acque reflue nonché  per le opere necessarie all’attraversamento sia viario che impiantistico;

- la tombatura dei corsi d’acqua, fatta eccezione per le opere accessorie di strutture di pubblica utilità;

- il rimaneggiamento, la chiusura, l’ostruzione e l’alterazione degli alvei, o movimenti di terra tali da alterare i profili e le condizioni di equilibrio idraulico;

- l’utilizzazione di canali, corsi d’acqua e fossati come collettori fognari e scaricare in essi acque luride di qualsiasi genere, a meno di preventiva depurazione.

All’interno del corpo idrico è comunque vietata qualunque trasformazione, manomissione, immissione dei reflui non depurati, salvo gli interventi volti al disinquinamento, al miglioramento della vegetazione riparia, al miglioramento del regime idraulico limitatamente alla pulizia del letto fluviale, alla manutenzione delle infrastrutture idrauliche e alla realizzazione delle opere di attraversamento sia viarie che impiantistiche.

Per i corsi d’acqua è fissata una zona di rispetto inedificabile, coincidente con l’azzonamento E.I.5, dove sono ammessi esclusivamente interventi di recupero ambientale, nonché l’esercizio delle attività agro-silvo-pastorali.

Elementi diffusi del paesaggio agrario

Si intendono per elementi diffusi del paesaggio agrario:

Þ  querce isolate, querce a gruppi sparsi e le altre specie protette dalla legislazione regionale vigente;

Þ  individui appartenenti a specie arboree di particolare interesse paesaggistico, in particolare Roverelle, in gruppo  o in filare;

Þ  alberature stradali;

Þ  alberature e siepi poderali, di confine o legate ad elementi di sgrondo delle acque (si definisce siepe qualunque formazione vegetale arbustiva ed arboreo‑arbustiva di flora autoctona e naturalizzata composta sia da uno che da più filari);

Þ  vegetazione ripariale;

Per i suddetti elementi diffusi è stabilita la tutela integrale resa concreta attraverso il divieto di distruzione o manomissione degli elementi stessi, salvo l’ordinaria manutenzione e fermo restando il disposto della L.R. 10 gennaio 1987, n. 8 e della L.R. 13 marzo 1985, n. 7 e successive modificazioni.

Versanti acclivi superiori al 30%

Sono le zone con acclività maggiore del 30%. Al loro interno sono comprese anche le zone censite ed individuate dal PAI come aree a rischio frana con indice di pericolosità geomorfologica Avd P1-P2-P3 e per le quali  valgono gli indirizzi e le prescrizioni riportate nell’ art.12, comma 3, delle Norme di Attuazione del PAI (Disciplina delle aree di versante in dissesto).

Le destinazioni d’uso complementari debbono essere accertate, e dichiarate dal R.U.P., come compatibili con la funzione territoriale. Il RUP dovrà inoltre attestare l’avvenuta mitigazione del rischio che possa consentire l’insediamento di usi diversi da quelli esistenti.

In applicazione dell’art. 31 delle NTA del PPAR, negli ambiti con pendenze superiori al 30% “…sono vietati  gli interventi edilizi, nonché qualsiasi impedimento al regolare deflusso delle acque, i riporti e i movimenti di terreno che alterino in modo sostanziale e stabilmente il profilo naturale del terreno, salvo le opere relative a progetti di recupero ambientale, di cui all’art. 57 del Ppar.”

Categorie d’intervento sui manufatti esistenti:

MO - Manutenzione ordinaria

MS – Manutenzione straordinaria

RC – Restauro e risanamento conservativo

La categoria d’uso prevalente deve essere quella della conservazione dello stato delle aree e/o contestuale depotenziamento del rischio degli elementi caratterizzanti la zonizzazione.

Categorie d’uso ammesse: US e AG con le limitazioni di cui sopra; per gli edifici esistenti di categoria d’uso R sono consentiti esclusivamente gli interventi di cui alle lettere a), b) e c) dell’articolo 31 l.n.457/78.

 

 

INDICE DELLE NORME

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